Chi di noi oggi andrebbe dal proprio barbiere per farsi incidere un ascesso e farsi medicare una ferita? Penso nessuno, ma fino al 1700 era pratica comune che i barbieri si occupassero di medicina.
Ma vediamo brevemente il perché di questa abitudine e di questa pratica attribuita ai barbieri.
Alla caduta dell’impero Romano si perdettero tante conoscenza mediche ed abitudini di salute pubblica e privata. Gli arabi utilizzando documenti delle biblioteche di Alessandria e Pergamo avevano mantenuto delle conoscenze mediche avanzate, poi trasmesse nei secoli seguenti anche alla medicina occidentale. Ma nell’Europa dei Regni Romano Barbarici le conoscenze mediche si erano perse e quel poco che restava era ad appannaggio dei conventi, custodito da monaci e cerusici.
Alcune conoscenze mediche venivano così mantenute, ma le competenze chirurgiche che comportavano la perdita di sangue erano bandite dalle attività mediche, in considerazione dell’alta percentuale di complicanze e mortalità. Per cui, in modo empirico, chi sapeva tenere in mano un rasoio si inventava chirurgo svolgendo attività di modesto impegno, come incisione di ascessi, salassi, toilette chirurgiche di ferite. Naturalmente non essendoci abitudini e conoscenze di antisepsi e sterilità le complicanze erano frequenti con esiti spesso disastrosi. Per tutto il medioevo sino alla fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII secolo parallelamente alla categoria dei medici c’era la categoria dei barbieri-chirurghi.
Nell’alto medioevo verso il XIII-XIV secolo iniziò ad organizzarsi un associazione di Chirurghi vero e propri, ma che basandosi sulle norme della medicina tradizionale svolgeva attività più teorica che pratica lasciando sempre ai barbieri chirurghi le attività più comuni e frequenti. Soprattutto in campo militare erano presenti questi medici empirici, che,per altro, in tal modo acquisivano un’esperienza notevole appunto maturata sul campo di battaglia. Uno dei più famosi, Ambrose Parè, fu medico di corte in Francia presso quattro regnanti e fu poi accreditato nell’ambito dei Chirurghi medici. Sviluppò due concetti fondamentali : una disinfezione con composti poco aggressivi, in alternativa all’olio bollente utilizzato per le ferite da arma da fuoco, e la legatura dei vasi nell’amputazioni in alternativa alla cauterizzazione con ferro bollente.
Lo sviluppo di nuove proposte terapeutiche e le ricerche in senso anatomico portarono sia in Francia che in Inghilterra alla costituzione di organizzazioni separate fra barbieri e chirurghi. Anzi, i barbieri con esperienza in campo chirurgico, tenuti inizialmente in secondo piano rispetto ai medici teorici, vennero progressivamente inseriti nella stessa organizzazione andando a formare la categoria dei Medici-Chirurghi, lasciando ai barbieri veri e propri le competenze a noi note oggigiorno.
E così oggi ci possiamo sedere sulla poltrona del nostro barbiere tranquilli per una buona rasatura senza temere che preso da uno slancio il nostro Figaro si lanci in un salasso non previsto.