Il monachesimo e la medicina - Croce Rossa Italiana

IL MONACHESIMO E LA MEDICINA

Il monachesimo di San Benedetto oltre alle predominanti preghiere e lodi a Dio, sviluppò anche varie attività, tra cui gli studi medici, dando origine alla “medicina monastica"

Nell’anno 300 ca. d.C. si ha la nascita del monachesimo cristiano in Egitto e in Siria. San Pacomio (287-346) fonda nel 320 circa il primo cenobio: vita comune, a Tabennisi nell’alto Egitto. Alla sua regola si sono ispirate tutte le successive regole monastiche.

San Benedetto da Norcia (480ca.- 547) dettò ai monaci del monastero di Montecassino, da lui fondato nel 529, la Regula Monachorum (Regola Benedettina), divenuta poi la più importante regola monastica dell’Occidente.

Nascita della medicina monastica

Il monachesimo di San Benedetto oltre alle predominanti preghiere e lodi a Dio, sviluppò anche varie attività, tra cui gli studi medici, dando origine alla “medicina monastica”.

Si andarono a formare centri di studio della medicina in tutta Europa. A titolo esemplificativo si possono ricordare i monasteri di Chartres, di Cluny, di San Gallo, di Aberdeen, di Reichenau. Lo studio della medicina comprese anche la copiatura, da parte degli amanuensi, di codici e testi di autori dell’antichità accrescendo le esperienze mediche empiriche note ai più e recuperando le conoscenze del passato. Grande importanza, anche politica, acquistarono infatti quei centri monastici in luoghi malarici, non esclusa l’opera di risanamento prestata dai monaci.

I monasteri come luoghi di cura

Durante tutto l’Alto Medioevo, i monasteri, disseminati lungo le grandi vie di pellegrinaggio verso la Terra Santa, si dedicarono all’assistenza dei pellegrini ammalati, oltre alla costruzione ed alla gestione di altri centri di assistenza (xenodochi) presso ai monasteri stessi. Si diffusero anche i medici – monaci vaganti. Si registra che il monastero di San Gallo nell’820 avesse un giardino di erbe mediche, 6 camere per malati, una farmacia e un alloggio speciale per i medici. Questo fu forse il primo esempio di ospedale nell’Europa Occidentale. Le infermerie monastiche raggiunsero talvolta ragguardevoli dimensioni. Gli statuti dei monasteri cistercensi ricordano spesso l’infermeria riservata ai poveri, infirmarium pauperum. I conventi erano spesso forniti di appositi edifici per l’isolamento e la cura dei lebbrosi e degli appestati.

La nascita di farmacie e ospedali

La medicina monastica basava la “speranza della guarigione” sulla misericordia di Dio e l’azione dei semplici. Nasce così, dentro le mura del monastero, l’orto dei semplici e l’armarium pigmentariorum, rispettivamente per la coltivazione delle erbe medicinali e per la loro conservazione: nascono le prime farmacie.

Con il concetto cristiano di charitas nacquero gli ospedali, intesi dapprima come luogo di accoglienza dei deboli (poveri, pellegrini e ammalati), poi come strutture dedite alla cura delle malattie. I primi ospedali, a partire dall’editto di Costantino, sono individuati in luoghi di ospitalità costruiti accanto alle chiese, specie quando queste sorgevano lungo le principali vie di comunicazione.

La medicina divenne conventuale non solo perché gli studi medici ebbero asilo e sviluppo esclusivamente nei conventi, ma anche perché fu attorno ad essi che si formarono i centri di ricovero e poi gli ospedali.

Informazioni su questo articolo

Fonti

  1. Storia Prammatica della Medicina, (1792-1799), di Kurt Sprengel, tradotta dall’Arrigoni, Seconda Edizione Italiana;

  2. Storia della medicina e della sanità in Italia, Giorgio Cosmacini, Edizioni Laterza;

  3. Il difficile cammino della materia medica presso i monaci dell’Alto Medioevo, Ernesto Riva, Atti e memorie 2019, Accademia Italiana della Storia della Farmacia;

  4. Medioevo e medicina, Raimondo Russo, Mondi medioevali.

Fonti iconografiche

  1. Benedetto da Norcia, dipinto di Pietro Perugino (vai alla fonte);

  2. Erbario (vai alla fonte);

  3. San Benedetto porge la Regola ad altri monaci (vai alla fonte);

  4. Uppen medicus. Dottore domenicano, aiutante e paziente (vai alla fonte);